Polline, api e cibo

Con il termine impollinazione si intende il trasporto del polline (cioè dei gameti maschili) dalla parte maschile del fiore (gli stami) alla parte femminile (lo stigma), permettendo la fecondazione dell’ovulo (gamete femminile). Questi termini fanno tornare molti di noi indietro di qualche anno, probabilmente ad alcune immagini viste sui libri di scienze. Ebbene, se sui libri questo processo può apparire come qualcosa di strano o misterioso, è in realtà un meccanismo perfetto che consente la riproduzione delle piante attraverso la produzione di semi, spesso contenuti in frutti. Proprio quei semi e frutti che costituiscono buona parte dell’alimentazione degli animali compreso l’uomo: pensate ai cereali, agli ortaggi, alla frutta, tutti alimenti di cui ci nutriamo giornalmente.

Nella loro evoluzione le piante hanno sviluppato sistemi diversi di impollinazione: esistono piante in cui il polline di un fiore arriva direttamente allo stigma del fiore stesso (parliamo in questo caso di autoimpollinazione). Molte piante invece ricorrono alla impollinazione incrociata (il polline di un fiore arriva agli stigmi di altri fiori della stessa specie). In questo secondo caso, visto che le piante non possono muoversi come gli animali, è necessario un vettore per il trasporto del polline: può essere il vento (impollinazione anemofila), gli uccelli (impollinazione ornitofila) o gli insetti (impollinazione entomofila), tanto per citarne alcuni.

Tra gli insetti che consentono l’impollinazione entomofila le api svolgono indubbiamente un ruolo molto importante. All’interno della loro complessa organizzazione sociale le api individuano un gruppo di api operaie, dette “bottinatrici” che si dedicano proprio a questo compito. In realtà il compito delle bottinatrici, come del resto dice il nome stesso, “fare bottino”, è raccogliere il nettare (una miscela di acqua e zuccheri) e portarla all’alveare per poter produrre miele che servirà per nutrire le giovani api non ancora autosufficienti (larve) e sarà una scorta indispensabile per permettere alla colonia di superare l’inverno. Ma nel loro passaggio di fiore in fiore le api si “sporcano” di polline, caricandolo sulle zampe posteriori e trasportandolo da un fiore all’altro favorendo l’impollinazione incrociata.

Api bottinatrici su fiori di lampone

La prossima volta che avrete occasione di passeggiare in un prato, provate a seguire il volo di una piccola ape operaia bottinatrice, osservate il suo spostarsi instancabile da un fiore all’altro. Mente svolge un ruolo indispensabile per la sua “famiglia” rende a tutti noi un servizio davvero prezioso.

Il semenzaio

Semenzaio /se·men·zà·io/ Terreno in cui si seminano le piante che in seguito dovranno essere trapiantate a dimora.

Febbraio è un mese invernale, ma qualcosa nell’aria ci dice che la stagione fredda sta finendo. Tralasciamo qui gli effetti di un cambiamento climatico ormai evidente che sempre più spesso ci fa scambiare per un giorno di primavera la Vigilia di Natale, o porta pioggia nei comprensori sciistici a gennaio. Ciò che intendo è quella sensazione di essere alla fine dell’inverno. Le giornate cominciano ad allungarsi, la traiettoria del sole si alza nel cielo e la luce cambia. Il tempo muta velocemente a febbraio e ad un mite giorno di sole può seguire una nevicata inaspettata. Eppure noi sentiamo che la natura si sta risvegliando, e abbiamo voglia di ripartire con essa. E’ presto per smuovere il terreno, ma possiamo cominciare a fare qualche lavoro di preparazione. Per essere pronti quando la primavera arriverà in tutto il suo splendore, possiamo cominciare a preparare il nostro semenzaio.

Anche se può sembrare un lavoro in più (visto che poi le nostre piantine andranno comunque trapiantate nell’orto vero e proprio), realizzare un semenzaio offre alcuni vantaggi:

  • permette di iniziare a coltivare in anticipo, anche dove il clima non è molto caldo, per esempio nelle zone alpine o appenniniche del nostro Paese;
  • evita la dispersione dei semi: avendo una piccola zolla di terra il seme può essere posizionato alla profondità corretta (generalmente tre volte la dimensione del seme stesso) e in quantità adeguata (per i semi più grandi uno per alloggiamento, per quelli più piccoli due o tre per ogni alloggiamento);
  • fa risparmiare acqua nelle fasi di irrigazione: avendo una piccola quantità di terra, anche l’acqua necessaria per garantire al seme la giusta quantità di umidità è minore.

L’ultimo dubbio che potreste avere è: dove? Ci sono in commercio semenzai che occupano poco spazio e possono essere posizionati anche su un davanzale. Tenete presente che per germinare i semi hanno bisogno di temperature medio-elevate (temperature comprese tra 18° e 20°C faranno germogliare i vostri semi in 10-15 giorni). Innaffiate regolarmente i vostri semi: la terra deve essere sempre umida, attenzione soprattutto se tenete il semenzaio in casa e avete impianti di riscaldamento accesi. Armatevi di pazienza e attendete che la natura faccia il suo lavoro. La fretta è nemica di ogni giardiniere.

Buon lavoro!